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Toccare il fondo, scavare, scendere ancora più giù: Apocalypse Pompeii

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«Srsly?».

«Srsly?».

Io… io…

Niente, tutte le volte che penso che la Asylum abbia toccato il fondo quelli riescono sempre a sorprendermi. Tutte le volte che penso «questa volta non dovrò scrivere un lungo cappello dove spiego e quasi giustifico il modus operandi di questi cialtroni perché finalmente ci sarà un film di cui vale la pena parlare» quelli mi obbligano a ricredermi e a dedicare un lungo paragrafo (sta sotto, si intitola PARAGRAFO) alla produzione del film che sto recensendo come metro e misura del perché faccia cacare. Tutte le volte che penso che lucrare su tragedie vecchie di decenni sia più che una mossa un punto di non ritorno, la Asylum riesce a fare un film su una tragedia fresca di giornata, e pure nel cortile di casa nostra.

Tutte le volte penso che la tortura sia finita. Poi arriva Apocalypse Pompeii. Ahinoi, sigla.

Allora, al cinema in questi giorni c’è Pompei(iiii), il primo film veramente brutto del migliore degli Anderson. È una pellicolaccia in costume ambientata durante l’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., quella che Pompei, la cenere, il patrimonio Unesco. È svogliato e noioso, il che è un doppio peccato perché con un po’ di impegno e meno sentimenti sarebbe potuto diventare il primo vero esempio di disaster peplum moderno, sempre che la categoria esista. Il dettaglio curioso è che Pompei(iii11!!!ii!) si sta beccando una promozione selvaggia, con locandine ovunque, servizi sui quotidiani italiani, copertura – come fosse un blockbuster serio e non uno sbaglio.

Sapete cosa fa la Asylum quando in giro c’è un blockbuster serio? Lo sapete.

Problema metodologico: come fai a rifare un film in costume ambientato tra le vie di una delle meraviglie del mondo quando non hai uno straccio di budget né di location né di attori? Idee:

a) entri di notte in una scuola media la cui palestra doppia anche in orari post-cena come palcoscenico improvvisato di una scalcagnata compagnia teatrale specializzata in pièce a sfondo storico e ne sottrai costumi e spade di cartapesta. Produzione! Budget!

b) giri tutto in green screen, fai vestire gli attori di verde, anzi li mocappi direttamente, e fai una bella versione animata con la CGI da PlayStation 2 del film che avevi in mente. Talento! Artigianato! Futuro!

c) ambienti tutto al giorno d’oggi e morta lì.

«Ci! Ci! Ciiii!».

«Ci! Ci! Ciiii!».

Ve lo riscrivo esplicitamente.

Apocalypse Pompeii è un film sull’eruzione del Vesuvio che spazza via Pompei, ambientato nel 2014 e con protagonisti un gruppo di turisti americani in gita in Bulgaria Italia. Mentre stanno passeggiando per le strade ruinate di la periferia di Sofia Pompei, il vulcano scoppia e li lava tutti con il fuoco. Bisogna sopravvivere. Fine.

Apocalypse Pompeii, quindi, è un disaster movie un po’ alla The Impossible, un po’ alla Taken, con madre e figlia intrappolate tra le macerie di Pompei a ingegnarsi per sopravvivere all’eruzione e papà ex black ops che abbandona l’appuntamento di lavoro importantissimo che l’aveva condotto in Italia per spingersi fino alla città condannata, sperando di salvare le sue donne.

Apocalypse Pompeii è girato tutto in Bulgaria.

PARAGRAFO

Sapete pizza mafia mandolino Italia Paese del sole e dell’amore e tutti gli altri a volte sensatissimi stereotipi che agli occhi del resto del mondo stanno a simboleggiare tutto ciò che è tricolore? Ecco, la Asylum ci costruisce su un film, solo che, non avendo a disposizione attori italiani e potendo al contrario contare sulle maestranze sottopagate e sugli sgravi fiscali legati al fare cinema in Bulgaria, decide di far finta di ricreare il Bel Paese tra le muschiose viuzze di qualche sperduto e rurale villaggio della terra di Natolia, e di inventarsi spiegazioni risibili per giustificare il fatto che a Napoli parlano tutti inglese.

«Rabbrividiamo».

«Rabbrividiamo».

Lasciamo perdere per un attimo il cast principali e concentriamoci ancora sulla produzione. In un’ora e venti di film abbiamo:

• Pompei che sono due edifici di cartapesta che sorgono sul retro della cascina del vecchio Stoichkov, contadino locale che ha prestato il suo campo di barbabietole in cambio di una riduzione personalizzata delle accise sulla benzina.

• Napoli che si snoda per tre vie in croce, tappezzate di negozi dai nomi incredibili quali LIBRERIA, PANETTIERE, REAL ESTATE.

• le vie in croce si chiamano, rispettivamente, Via dell’amore, Via dell’amore e Via dell’amore. I nomi sono stampati su un A4 spiegazzato e incollato al muro con gli angoli stropicciati per “fare antico”.

• nessun italiano (la tour guide, i poliziotti) parla italiano, in compenso si esprimono tutti in ottimo inglese con perfetto accento bulgaro.

• la tour guide si chiama Gianni, pronunciato Gi-Ani.

• a Napoli abita John Rhys-Davies.

«Sì, srsly».

«Sì, srsly».

Ora che avete chiaro di che razza di prodotto stiamo parlando, e quanto alta sia la considerazione che alla Asylum hanno di noi, e dopo avervi lasciato tempo di riflettere sul fatto che LA ASYLUM può permettersi di fare un film in cui sfotte gli italiani che hanno tutti i baffi e i nèi sulla fazza e gesticolano un casino e io giuro che uno dei protagonisti per insultare una comparsa gli grida «YOU PLAY NINTENDO», lo giuro su ciò che di più caro ho al mondo, ora che avete chiaro tutto quanto posso parlarvi della trama [trova termine adeguato da sostituire] e degli attori [trova termine adeguato da sostituire] che la inscenano con perizia e carisma [trova termini adeguati da sostituire].

Il cuore pulsante di questa puttanata cosmica è la famiglia Pierce, composta da Paul, Brosnan e Allison. Ecco, vi ho appena scritto un film più meglio di Apocalypse Pompeii. Purtroppo ci toccano invece Jeff, Lynne e Mykaela, padre madre figlia e se le ultime due non hanno (ancora? Mai?) dato contributi significativi al mondo del cinema – a meno che essere omonima della violinista degli Skyclad e aver recitato in un episodio di Barnaby nel ruolo di “Young Stella” non contino qualcosa – il primo ha invece un civvù più interessante. Per esempio, era Duncan nella serie tv basata su Highlander. E quindi è un grossone mascelluto. Sapete perché questo ci aiuta? Perché le dimensioni contano e aiutano i signori Asylum ad assegnare al nostro una backstory esteticamente credibile – militare, squadre speciali, lavori “neri”, contatti con i mercenari di tutto il mondo – e ad attivare il pilota automatico per quel che riguarda la sua parte nel film: il vulcano gli rapisce moglie e figlia, lui telefona al vulcano e gli dice «io ti troverò», dopodiché va da John Rhys-Davis, LO CONVINCE AD ASSOLDARE UN GRUPPO DI MERCENARI AMERICANI DI STANZA A NAPOLI, RUBA UN CHOPPER, VOLA SU POMPEI TRA I LAPILLI E LE ERUZIONI per salvare le donne.

Sopra: Pompei!i!11!!11!sveglia!11!iii).

Sopra: Pompei!i!11!!11!sveglia!11!iii).

Le donne, che come potete vedere nella diapositiva sovrastante si trovano presso l’abbazia di Sant’Acacio del monte Athos a Blagoevgrad, sono intanto rimaste intrappolate in svariati edifici (o in diverse stanze dello stesso edificio, tipo “la palestra dell’oratorio”, “il posto dove si tengono le ostie”, “la camera da letto della perpetua”) sotto una pioggia di fuoco e rocce infuocate, e non è quello l’incubo peggiore: l’eruzione le ha colpite infatti mentre esse si trovavano in visita guidata a Pompei, costringendole dunque alla peggiore delle ordalie. Sapete qual è la cosa peggiore delle visite turistiche guidate? Essere costantemente CIRCONDATI DA STRONZI. Ecco, non solo Lynne e Mykaela rischiano la propria integrità fisica e magari anche la propria vita a causa del vulcano, ma lo fanno CIRCONDATE DA STRONZI. C’è la guida che si chiama Gi-Ani, una coppia che si ama ma bisticcia spesso perché l’amore non è bello se non, una coppia di backpackerz che fa tanto terzomondismo e cosa c’è di più terzomondo dell’Italia, forse qualcun altro ma sinceramente non me lo ricordo, tanto sono TUTTI STRONZI.

Ah sì, la figlia Mykaela è racchietta, ma ha due notevoli bocce.

Sopra: corri! Falle ballare! Facce diverti'!

Sopra: corri! Falle ballare! Facce diverti’!

Poi boh, RacchiettaBocce ha tipo una conoscenza enciclopedica dei metodi di sopravvivenza in caso di eruzione del Vesuvio perché «leggo tanto» e quindi è lei che tiene in vita il gruppo di STRONZI in attesa che arrivi il papà a salvare a salvare la situ, e sicuramente c’è anche qualcuno che muore. Ma a film svogliato corrisponde rece svogliata, no? Perché davvero: Apocalypse Pompeii non ha nulla, nulla, nulla di salvabile, né la regia di Ben Demaree né la CGI da VIC-20 (una delle peggiori mai viste in una produzione Asylum), né la recitazione, né la colonna sonora, nulla, nulla, nulla. Soprattutto è un film completamente privo di ritmo: alterna con la cadenza mensile di una mestruazione la “scena con papà che cerca i mercenari” e la “scena con madre e figlia che piangono, si abbracciano e discutono di come sopravvivere alle differenti fasi di un’eruzione vulcanica”, in maniera talmente regolare che dopo dieci minuti è già chiaro come andrà a finire il film, non solo in generale («Si salvano tutti ma qualcuno muore», giura?) ma anche nel dettaglio («Questa muore questo no perché lei ha una storia personale strappalacrime e lui è un tabbozzo»).

Riformulo.

I disaster movie hanno due modi per spaccare culi. O inscenando una distruzione talmente assurda e sopra le righe da far dimenticare tutto il resto. O raccontando storie molto personali, sullo sfondo di un macello improbabile, per permettere allo spettatore di empatizzare con i personaggi senza necessariamente spendere centinaia di miGliardi in set da distruggere e CGI assai credibile. Asylum prova a fare tutte e due le cose insieme, e le fallisce tutt’e due, per incapacità, mancanza di mezzi, mancanza di fantasia, poca voglia di fare.

A me vanno bene i prodotti low budget, meno bene mi vanno quelli scritti e diretti con la mano sinistra da un uomo senz’arti e cieco dalla nascita.

Ingiustificabile.

Sopra: Napoli, Bulgaria.

Sopra: Napoli, Bulgaria.

DVD-quote suggerite:

«Per una roba così, la curva della Giuve l’hanno multata»
(Stanlio Kubrick, i400calci.com)

«Attendiamo con ansia Giulietta è ‘na zoccola: The Movie»
(Stanlio Kubrick, i400calci.com)

IMDb | Trailer


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